D. Narrativa Letteratura
Adatto da: Lessico famigliare, p. 2-4, di Natalia Ginzburg, 1963, Torino: Einaudi
Passavamo sempre l’estate in montagna. Passavamo la sera in casa, attorno alla tavola, noi fratelli e mia madre. Quanto a mio padre, se ne stava a leggere nella parte opposta della casa; e, di tanto in tanto, s’affacciava alla stanza dove eravamo raccolti a chiacchierare e a giocare. S’affacciava sospettoso, accigliato; e si lamentava con mia madre della nostra serva Natalina, che gli aveva messo in disordine certi libri; “la tua cara Natalina”, diceva. “Una demente”, diceva, incurante del fatto che la Natalina, in cucina, potesse udirlo. D’altronde alla frase “quella demente della Natalina” la Natalina c’era abituata, e non se ne offendeva affatto.
A volte la sera, in montagna, mio padre si preparava per gite o ascensioni. Inginocchiato a terra, ungeva le scarpe sue e dei miei fratelli con del grasso di balena; pensava che lui solo sapeva ungere le scarpe con quel grasso. Poi si sentiva per tutta la casa un gran rumore di ferraglia: era lui che cercava i ramponi, i chiodi, le piccozze. – Dove avete cacciato la mia piccozza?
Partiva per le ascensioni alle quattro del mattino, a volte solo, a volte con guido di cui era amico, a volte con i miei fratelli; e il giorno dopo le ascensioni era, per la stanchezza, intrattabile; col viso rosso e gonfio per il riverbero del sole sui ghiacciai, le labbra screpolate e sanguinanti, il naso spalmato di una pomata gialla che sembrava burro, le sopracciglia aggrottate sulla fronte solcata e tempestosa, mio padre stava a leggere il giornale, senza pronunciare verbo: e bastava un nonnulla a farlo esplodere in una collera spaventosa. Al ritorno dalle ascensioni con i miei fratelli, mio padre diceva che i mie fratelli erano “dei salami”…e che nessuno dei suoi figli aveva ereditato da lui la passione della montagna.
Glossario
s’affacciava – di affacciarsi; guardare
accigliato – participio passato di accigliare; Aggrottare o increspare i sopraccigli per manifestare risentimento, tristezza o perplessità
demente- pazzo; squilibrato; una persona che ha funzioni cognitive limitate
incurante-insensibile; disinteressato; persona superficiale
D’altronde-comunque; ad ogni modo; d’altra parte; inoltre; per rendere le cose più umilianti
ascensioni-salita; scalata; arrampicata; salire e camminare in montagna
ungeva – di ungere; mettere del grasso; lubrificare; protezione contro la pioggia e l’acqua
ferraglia-rottami; rumore di ferro vecchio
piccozza-piccola scure di manico corto; si usa per scalare e fare arrampicate su rocce
intrattabile-scontroso; scorbutico; irritabile; una persona con cui non si può comunicare
riverbero-risonanza; riflettersi; ripercuotersi; di conseguenza; un risultato
screpolate-participio passato di screpolare-si; spaccarsi; aver fessure sulle mani o altre parti del corpo
spalmato- participio passato di spalmare; coprire; cospargere; ricoprire; coprire con una crema
solcata-participio passato di solcare; spaccato profondo; traccia profonda; il viso con rughe
nonnulla-minuzia, sciocchezza; cosa da poco; una piccola cosa
collera-rabbia; ira; furore; essere irritato
salami – essere un salame; essere goffi, lenti, impacciati nei movimenti. Anche essere sciocchi, ottusi, oppure molto ingenui e creduloni.
Esercizio D.1: Domande di comprensione.
Rispondere alle domande in forma completa.
- Come sono descritte le gite in montagna dalla madre?
- Che cosa fa ogni estate la famiglia della narratrice?
- Come passano la giornata in montagna la narratrice e la sua famiglia?
- Chi è Natalina? Com’è descritta dal padre?
- Che cosa fa il padre di sera?
- Che succede il giorno dopo le ascensioni?
- Come sono descritti i fratelli della narratrice dal padre?
- Chi è il figlio prediletto del padre? Perché?
Esercizio D.2: Spunto alla conversazione.
Esercizio D.3: Spunto alla scrittura.
Esercizio D.4: Vocabolario in contesto
Esercizio D.5: Glossario a colpo d’occhio
di affacciarsi;
guardare
participio passato di accigliare;
Aggrottare o increspare i sopraccigli per manifestare risentimento, tristezza o perplessità
di ungere
essere un salame;
essere goffi, lenti, impacciati nei movimenti. Anche essere sciocchi, ottusi, oppure molto ingenui e creduloni.