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Parte IV – Narrativa Letteratura

D. Narrativa Letteratura

Adatto da: Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino, p. 1, di Carlo Collodi, 1949, Milano: Rizzoli

C’era una volta…

– Un re! – diranno subito i miei piccoli lettori.

No, ragazzi, avete sbagliato. C’era una volta un pezzo di legno.

Non era un legno di lusso, ma un semplice pezzo da catasta, di quelli che d’inverno si mettono nelle stufe e nei caminetti per accendere il fuoco e per riscaldare le stanze.

Non so come andasse, ma il fatto gli è che un bel giorno questo pezzo di legno capitò nella bottega di un vecchio falegname, il quale aveva nome mastr’Antonio, se non che tutti lo chiamavano maestro Ciliegia, per via della punta del suo naso, che era sempre lustra e paonazza, come una ciliegia matura.

Appena maestro Ciliegia ebbe visto quel pezzo di legno, si rallegrò tutto e dandosi una fregatina di mani per la contentezza, borbottò a mezza voce:

– Questo legno è capitato a tempo: voglio servirmene per fare una gamba di tavolino.

Detto fatto, prese subito l’ascia arrotata per cominciare a levargli la scorza e a digrossarlo, ma quando fu lì per lasciare andare la prima asciata, rimase col braccio sospeso in aria, perché sentì una vocina sottile, che disse raccomandandosi:

– Non mi picchiar tanto forte!

Figuratevi come rimase quel buon vecchio di maestro Ciliegia!

Girò gli occhi smarriti intorno alla stanza per vedere di dove mai poteva essere uscita quella vocina, e non vide nessuno! Guardò sotto il banco, e nessuno; guardò dentro un armadio che stava sempre chiuso, e nessuno; guardò nel corbello dei trucioli e della segatura, e nessuno; apri l’uscio di bottega per dare un’occhiata anche sulla strada, e

nessuno! O dunque?…

– Ho capito; – disse allora ridendo e grattandosi la parrucca, – si vede che quella vocina me la sono figurata io. Rimettiamoci a lavorare.

E ripresa l’ascia in mano, tirò giù un solennissimo colpo sul pezzo di legno.

– Ohi! tu m’hai fatto male! – gridò rammaricandosi la solita vocina.

Questa volta maestro Ciliegia restò di stucco, cogli occhi fuori del capo per la paura, colla bocca spalancata e colla lingua giù ciondoloni fino al mento, come un mascherone da fontana. Appena riebbe l’uso della parola, cominciò a dire tremando e balbettando dallo spavento:

– Ma di dove sarà uscita questa vocina che ha detto ohi?…

Esercizio D.1: Domande di comprensione.

Rispondere alle domande in forma completa.

  1. Identificare tutti i verbi del brano al passato remoto. Dare l’infinito del verbo e coniugarlo a tutte le forme del passato remoto.
  2. Dov’è ambientato il racconto?
  3. Chi sono i due “personaggi” centrali del testo?
  4. Com’è chiamato ilmastr’Antonio”? Perché?
  5. Ciliegia ha l’intenzione di fare che cosa con il pezzo di legno?
  6. Che succede quando Ciliegia prova a lavorare il legno?
  7. Come risponde Ciliegia?

Esercizio D.2: Spunto alla conversazione.

Rispondere alle domande in forma completa.

  • Usando degli esempi specifici, discutete lo stile linguistico del testo. A chi è inteso il racconto?
  • Se fossi Ciliegia, come risponderesti al pezzo di legno animato?
  • Conosci già questa favola dalla tua infanzia? Come la continua? In coppia, raccontate come svolge la trama.
  • Discutete le vostre favole preferite, paragonandole con Le avventure di Pinocchio.

Esercizio D.3: Spunto alla scrittura.

  • Scrivi un paragrafo in cui immagini come continua il brano. Usa il passato remoto quando è adatto.
  • Ispirato dal brano, scrivi tu un inizio creativo di un racconto. Comincia con c’era una volta e immagina un posto ordinario in cui una cosa incredibile succede! Usa il passato remoto quando è adatto.
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